L’attività di ricerca di Farfalle nelle testa

Farfalle nella testa da alcuni anni ha stretto una collaborazione fruttuosa con le istituzioni accademiche, in particolar modo con l’Università degli studi di Trieste e l’Università degli studi di Udine, aprendosi così ad un nuovo appassionante settore, quello della ricerca scientifica. Le nostre serre oggi si rivelano non solo luoghi in cui i visitatori possono ammirare le farfalle e gli altri animali ospiti della struttura, ma anche laboratori viventi per l’esplorazione scientifica, dove si cerca di fare luce sulle intricate connessioni tra gli esseri viventi, uomo compreso.

La Casa delle Farfalle, ma anche altre strutture gestite dalla cooperativa, diventano così un ponte tra l’educazione ambientale e la ricerca scientifica. Lo staff che si occupa del settore ricerca ha competenze su innumerevoli temi legati alle scienze della vita (zoologia, ecologia, fisiologia, etologia, biologia della conservazione, psichiatria e psicologia evoluzionistica) e accompagna, al fianco dei docenti universitari, gli studenti nella conduzione delle loro attività di ricerca scientifica.

Gli studenti e il nostro team condividono poi, attraverso i canali social e le visite guidate, le ricerche e le curiosità in modo accessibile e coinvolgente. Attraverso l’attività scientifica e l’educazione ambientale, la casa delle farfalle diventa un luogo in cui la curiosità e la conoscenza si fondono, avvicinando il pubblico alla scienza e incoraggiando una consapevolezza e un interesse più profondo per la biodiversità e la sua conservazione.

  • MANUELA ROSSI
    responsabile settore ricerca
  • FRANCESCO BARBIERI
    direttore scientifico

Tesi di laurea già svolte

In questo studio abbiamo voluto ricreare, a scopo didattico-educativo, un modello di biosfera in cui allevare larve di coleottero scarabeide Protaetia speciosissima. La biosfera è un ecosistema “chiuso” che contiene tutti gli elementi perché la vita si sviluppi senza bisogno di ciò che sta fuori, luce esclusa.

Le biosfere progettate e studiate hanno avuto l’obiettivo di riprodurre un microambiente in cui il substrato inorganico, l’umidità, la componente vegetale e il nutrimento per le larve (sotto forma di sostanza organica decomposta) fossero bilanciate in maniera ottimale da garantire la sopravvivenza nelle varie fasi di sviluppo di questo insetto fino all’adulto. Questo progetto prevede l’allevamento di una specie autoctona in modo che gli adulti possano essere rilasciati in natura una volta emersi.

Con termine “puddling” nei lepidotteri ci si riferisce a un comportamento osservato in molte specie di farfalle delle regioni tropicali, temperate calde ma anche delle zone montane ad altitudini elevate. Questo comportamento consiste nel consumo di sostanze ricche di sali minerali, spesso presenti in particolare nei sedimenti umidi o bagnati, principalmente da parte dei maschi. Le sostanze nutrienti assunte durante il puddling possono essere trasferite ai partner durante l’accoppiamento o utilizzate per rafforzare la loro salute generale.

Nell’attività di ricerca svolta si è voluto indagare più approfonditamente sul rapporto tra la durata del puddling, l’età dell’esemplare e alcuni parametri ambientali, ricercando possibili correlazioni tra queste variabili.

Tesi di laurea in corso

Tesi in corso.

Tesi in corso.

Tesi in corso.

Studi

In collaborazione con il Laboratorio di Cognizione Animale (LAC) dell’Università di Trieste

Questa ricerca è stata portata avanti per due anni da studenti afferenti al Laboratorio di Cognizione Animale (L.A.C.). In questa attività si è voluto esplorare le potenziali capacità di apprendimento in un contesto “one-trial”, ovvero a singolo tentativo, di alcune farfalle ospiti delle serre. L’apprendimento “one-trial” fa riferimento alla capacità di apprendere e ricordare informazioni cruciali per la sopravvivenza anche dopo una singola esposizione allo stimolo/situazione. (Università degli studi di Trieste – studente: Emanuela Esposito e Caterina Nascimben, docente: prof.Cinzia Chiandetti).